In tempo di Coronavirus, in cui c’è bisogno di fare rete per tutelare la salute delle persone, la stampa 3D sta giocando un ruolo importantissimo nella realizzazione di dispositivi di protezione individuale.

Nella puntata odierna di “Pausa Caffè” su DB Radio, per parlare di questa nuova tecnologia, sono intervenuti: Franco Gallo, Docente del Polo Tecnologico di Lamezia Terme – Ingegnere di Materie Tecniche; Raffaele Talarico, Ingegnere CTO Didacta Service; Marco Curto, Ricercatore Associato Università di Portsmouth; Pasquale Fuoco, studente 5ºD CAT Polo Tecnologico di Lamezia Terme.

Il progetto della Didacta Service ha spiccato il volo grazie ai makers

Il progetto portato avanti dalla Didacta Service, in collaborazione con l’IS Polo Tecnologico di Lamezia Terme e la Sharebot, ha mobilitato non solo il polo tecnologico stesso, il quale possiede alcune stampanti 3D, ma anche tanti makers. Quest’ultimi sono persone che, come Pasquale Fuoco e Marco Curto, possiedono una stampante 3D e, gratuitamente, si mettono a disposizione per stampare i DPI. Ciò a dimostrazione del fatto che, come detto dal dott. Curto da Portsmouth, “solo se si coinvolge la gente comune, si può attuare una rivoluzione” e, come aggiunto dal prof Gallo, “il profitto non può governare i fenomeni”. Inoltre, l’ing. Talarico ha affermato che “ l’emergenza ha mobilitato l’amore delle persone verso il prossimo e, in futuro, ciò che si è creato ora servirà per dare il via ad una serie di progetti importanti”.

Che tipi di dispositivi si stanno producendo?

Grazie alla sinergia tra i sopra citati makers, la Didacta Service e l’IS Polo Tecnologico di Lamezia Terme si stanno producendo prevalentemente supporti per le mascherine in plexiglass e valvole da inserire all’interno delle maschere da snorkeling per la ventilazione assistita. Maschere da snorkeling che, come sottolineato dall’ing. Talarico, “sono state donate spontaneamente da chi le aveva acquistate per il loro fine ultimo e successivamente sottoposte a sanificazione”. Per quanto concerne le mascherine in plexiglass, potenzialmente potrebbero venire utilizzate non solo in ambito ospedaliero ma anche da coloro che, per lavoro, hanno a che fare con il pubblico e non sono dotati di protezioni, come, per esempio, i cassieri o i benzinai.

Prof. Gallo: “la digitalizzazione di base è un diritto”

Nel corso della puntata, il prof. Gallo ha parlato anche di come, all’interno delle scuole, manchino spesso le strumentazioni adeguate e, allo stesso tempo, il personale specializzato per poterle utilizzare. Perciò “è importante che si comprenda che la digitalizzazione di base è un diritto, perché la scuola deve formare le nuove generazioni con strumenti all’avanguardia per far trovare pronti i propri alunni di fronte a scenari emergenziali futuri”. In tal senso, quindi, “è necessario che il Governo fornisca i giusti fondi, non solo attraverso progetti PON fini a se stessi, per rendere la scuola un’istituzione pronta per il futuro”.

In chiusura di puntata, Pasquale Fuoco ha fatto vedere come da casa è possibile produrre i supporti necessari per le mascherine in plexiglass anche con una stampante in 3D non di elevato valore. In merito a quest’ultima cosa, Fuoco ha affermato che “anche se le stampanti sono discrete, con la passione ed i giusti settaggi si possono fare grandi cose”.

di Maurizio Ceravolo